venerdì 29 aprile 2011

Talee verso nuove tappe

Dopo Genova le prossime tappe di Talee:


7 maggio. libreria Nina, Pietrasanta
14 maggio, festival Mangiarsi le parole, Livorno
28 maggio, libreria Marco Polo, Venezia

manifesto

da Books in the Casba a Books In

lunedì 25 aprile 2011

domenica 24 aprile 2011

Genova Books in the Casba - Books in

Sabato 23 aprile ore 17,30 talee arriva a Genova alle librerie Books in the Casba e Books In.

venerdì 22 aprile 2011

Talee su Il Cambiamento

http://www.ilcambiamento.it/culture_cambiamento/talee_progetto_propagazione_libri_piante.html

Pomezia Jardin délaissé


SOGNA

Pomezia Jardin délaissé

Ieri Pomezia ore 18,30.

martedì 19 aprile 2011

diario senza inizio. nota 6. jardin délaissé, sotto casa

Qualche giorno fa entrando in un giardino condominiale ben curato, vasi dappertutto, piccoli alberi da frutto, filari di gelsomino a tracciare i confini, ho visto con la coda dell'occhio che una parte centrale del prato, quella comune immagino, era rimasta incolta. Ho pensato che forse, su quel pezzetto di terra, i condomini non avevano trovato un accordo. Ho avuto la fantasia di riunioni troppo piene di altre questioni e quel tema del giardino, messo in coda,  rimasto da trattare di riunione in riunione. Poi, continuando con le fantasie, ho immaginato che forse era nato un conflitto vero, pensieri diversi sul da fare: un parcheggio per le bici, il luogo dove stendere i panni,  una fila di vasi di cotto; o forse, fra condomini esperti del  verde,  si era accesa una lite  sul tipo di piante in cui accogliere amici e vicini. Così in quell'angolo di condominio, una natura non decisa ha preso il sopravvento, e le due piante di rose ai bordi, sembravano sembrano voler assomigliare sempre di più a quel tappeto di erbe incolte. "Incolto" dice Gilles Clement è un termine carico di vergogna, segnato dalla perdita di potere dell'uomo sul proprio territorio.  Clement preferisce chiamare "residuo" lo spazio che si sottrae al dominio diretto dell'uomo e che sa riprendere, attraverso questa indifferenza, una propria vitalità. Giardini residui, "délaissés", ci sono dappertutto: lungo i marciapiedi,  i binari, ai margini delle strade, segnano un altro paesaggio all'interno di quello che siamo abituati a guardare, testimoniano un conflitto, qualcosa di non risolto fra la natura e l'uomo.  "Signore" dei giardini residui sono le erbe vagabonde,  dal carattere forte e molto snob. Nascono, crescono e si propagano senza pregiudizi sul proprio habitat, decise a vivere sulla superficie che le ospita, sia  una pietraia di montagna o una discarica di rifiuti. Generose, preparano il terreno: lo scelgono, lo trasformano, lo  segnalano. Trovandole sappiamo quanto è lontana la mano dell'uomo dal pezzo di terra su cui stanno crescendo, anche quando si tratta di  un giardino sotto casa, di cui nessuno vuole occuparsi. Riconoscendole ci accorgiamo di quanto poco spazio è riservato loro, di quanto le nostre città siano piene di tutto, costruite e occupate fino all'inverosimile di quello che produciamo e che ci serve per alimentare il ciclo ossessivo del produrre e consumare. Le erbe vagabonde, impercettibili all'occhio non abituato, hanno il loro modo di mettersi in mostra: impressionanti fioriture, acrobazie su terreni impropri, steli verdissimi, proprietà aromatiche. Sono loro  che guidano nel Terzo paesaggio, direbbe Clement, luogo in attesa di destinazione,  e rifugio, residuale, della diversità. E' solo sul finire di questo post, guidata nei pensieri da queste piante in movimento, che mi viene da pensare che, magari, in quel condominio  abita una piccola cellula di guerriglieri del verde, decisi a dare ospitalità a quello che di solito viene escluso, tutt'altro che litigiosi sono ben compatti nel destinare un'area del loro giardino a un esperimento ecologico. Magari tutte le mattine osservano curiosi il loro giardino in divenire, si rallegrano per un fiore non piantato e si inorgogliscono per quella natura che prospera negli interstizi, poco lontana dai vasi di azalea.

sabato 16 aprile 2011

Jardin délaissé

Giovedì 21 aprile 2011
Ore 18.30
Piazza Indipendenza
Pomezia

Talee  un progetto di propagazione dei libri
Jardin délaissé 

“Se mietessimo le nuvole resteremmo sorpresi di raccogliere imponderabili semi mischiati di loess, le polveri fertili.
Già in cielo si disegnano paesaggi imprevedibili.”
Gilles Clement






Il ciclo di Talee si sposta in uno spazio pubblico, creando una tensione visiva più evidente al senso della propagazione della lettura e delle piante.
Ecco che nascono les jardins délaissés, i giardini residui, superfici di terra in cui  poesia e  letteratura dialogano con  quelle che Gilles Clement, paesaggista, scrittore, agronomo, chiama “le piante vagabonde”.
La costruzione del primo di questi giardini, per la città di Pomezia, prevede la piantumazione di erbe vagabonde, raccolte nei pressi della città,  in un tappeto di  bianchi Einaudi di poesia. Terra, piante e poesia cresceranno nelle aree incolte del comune. In base allo spazio destinato,  il progetto si svilupperà e prenderà connotati site specific.

La presentazione dei jardin délaissés sarà accompagnata, come di consueto nel ciclo di Talee, da una performance di lettura. I lettori sono invitati a presentarsi in Piazza Indipendenza con sé  con un po’ di anticipo un libro da leggere.

martedì 12 aprile 2011

godersi le cose. was ist kunst?

godersi le cose
was ist kunst?
senza saperle
sopportare la forma
l'ebrezza del sopra le righe
alzare la voce
abbassare i rumori
was ist kunst?
sorridere
acquietarsi
lasciare
was ist kunst?
non capisco un acca
di quello che stai dicendo.

domenica 10 aprile 2011

lettura libreria Koob

L’azione si svolge sui due piani della della libreria Koob, i lettori del piano di sopra, sparsi nello spazio leggono bisbigliando i loro testi, al piano di sotto l’azione è la medesima, ma i lettori sono posti lungo il perimetro della stanza e hanno il compito durante la lettura di chiudere lo spazio intorno a me.
(Virginia da sola dalla sua postazione verso me, gli altri sono totalmente immersi nel loro brusio) 
Gli piacciono molto i meloni, e li taglia egli stesso e raccoglie i semi in un apposito pezzetto di carta, e comincia a mangiare. Poi ordina a Gapka di portare il calamaio e lui stesso, di suo pugno  appone una scritta  sulla cartina dei semi "Questo melone è stato mangiato il giorno tale". Se al fatto era presente un ospite aggiunge "ha partecipato il tale".
I lettori  iniziano a muoversi verso di me la lettura rutilante si fa più alta.
Virginia in mezzo agli altri
Ma possiamo leggere questi libri per un altro scopo, non per conoscere la letteratura o per familiarizzare con famose personalità, ma per stimolare la nostra creatività. Non c’è forse sempre una finestra aperta vicino agli scaffali? Come è piacevole interrompere la lettura e guardar fuori! Com’è stimolante quello che si vede, nella sua indifferenza, nella sua ordinarietà, nel suo moto perpetuo.
Il brusio si abbassa sulla domanda
Was ist kunst? Che cos’è l’arte. (chiedo alla mia vicina Brigitte)
La risposta di Virgi è immediata
"non so io le mie poesie le scrivo sempre su una seconda cosa per non doverle scrivere sulla prima, così come dipingo sempre una seconda cosa per non dover dipingere la prima".
Was ist kunst (domando a sissel)
Non lo so. L’atto artistico è un’alterazione del mondo
La vista dalla mia camera, del mio temporaneo alloggio di emigrante, è coperta da alti  pini. Al mattino apro le tende e scopro una romantica scenografia I pini dapprima affondano come spettri nella nebbia, poi la nebbia si dirada  in strisce e risplende il sole. A volte cade una minuscola pioggerella. Al tramonto i pini si scuriscono. Nell’angolo sinistro si vede uno spicchio di lago. Alla sera tiro le tende. La scenografia è ogni giorno la stessa, l’immobilità della scena è interrotta da qualche uccellino: a cambiare è soprattutto la luce.
Buona parte di ogni biblioteca non è altro che un archivio di tutti questi momenti passeggeri nella vita degli uomini e delle donne.
Was ist kunst fermo il cinese della nostra palazzina
Non lo so  per di più, io che parlo inglese non solo non capisco lei quando parla inglese ma ecco non capisco nemmeno me stesso…non vorrei confonderla. Io non capisco neanche più il cinese. "Non capisco un’acca di quello che stai dicendo".
Was ist kunst, domando a un collega
è il tentativo di difendere l’interezza del mondo il legame segreto tra tutte le cose. Solo l’arte sottintende il legame segreto tra l’unghia del mignolo di mia moglie e il terremoto di kobe.
Was ist kunst  domando al nostro postino
Glielo dice la parola stessa risponde e con una matita disegna una freccia che si scaglia decisa sul francobollo nell’angolo in alto a destra. Quindi mi consegna la lettera.
Ormai sono tutti vicini a me  e non c’è più possibilità né per me né per loro di movimento
“Il mondo è confuso e pieno di azzardi. Io non faccio altro che notare gli incidenti nel mondo,” questo è tutto  “Sposo le cose, questa paletta con questa superficie metallica”. “Trovo le rime tra le cose, cerco dei cugini per le cose. - La parola sanscrita per "nodo", alla fine venne a significare "libro". Grantha. Questo per via dei manoscritti di ramo di betulla e foglia di palma che venivano legati a un cordone che passava dentro due buchi e si fermava con dei nodi. Sempre  e solo legare, perché slegare impiegava tanto tempo per diventare una parola.
le prossime frasi sono lette anche da tutti i lettori al piano di sopra al termine della loro lettura
anche il vento disperdeva i semi.
Ognuno aveva un amico in ogni pezzetto di nuvola.
silenzio

venerdì 8 aprile 2011

pioniere, vagabonde. diario senza inizio. nota a margine.

Molto tempo fa un'amica parlandomi di sé mi disse di essere come "le piante pioniere".
La conversazione aveva preso una piega molto intensa e il momento era talmente intimo che non ebbi cuore di interromperla e dirle che la metafora non mi era chiara. Comunque  conoscevo bene lei , e pensai che volesse dirmi che va ad innestarsi dove altri non osano, e  non lo fa solo per sé, ma  per preparare il terreno a quelli che meno coraggiosamente arriveranno. L'immagine mi era piaciuta. In seguito ho scoperto che le piante pioniere sono una passione di molti. Sono piante che crescono in situazioni estreme, come le dune di sabbia o nelle terre lasciate lungo incolte. Con il loro selvatico germogliare e riprodursi nutrono il terreno, lo preparano, in effetti, ad altro. Selvatiche, erratiche, hanno molto successo, nutrono oltre alla terra anche l'immaginazione di chi sa di sfuggire alle regole del giardino in cui dovrebbe trovare il proprio posto. Perfetta metafora di una vitalità in conflitto con le evidenze e che si espande, nonostante tutto. I rovi sono piante pioniere, ad esempio, e hanno un  carattere decisamente difensivo, come se sapessero di dover proteggere in qualche modo la loro natura, l'esser senza altra legge che la propria. Chissà se la mia amica sapeva di paragonarsi anche a un rovo, se conosceva l'aspetto in ombra di quella metafora del coraggio con cui rappresentava se stessa. Forse sì, l'ho vista tante volte tirar fuori le spine o cedere di fronte all'arrivo di quelli che sono venuti  dopo di lei, senza dirle grazie. Ripensandoci c'era troppa volontà in quel suo dirsi pioniera, troppo "io" direbbe Deleuze, che senz'altro avrebbe preferito il fascino delle "erbe vagabonde", le erbe spontanee che crescono per la casualità che fa spostare i semi o i bulbi da un posto a un altro. Figure di un'altra resistenza, le erbe vagabonde sono le rappresentanti di un dissenso  più radicale, non stanno alle regole, così, semplicemente. Spensierate fino al punto di non pensare a difendersi, a cogliere in tempo una possibile intenzione ostile, a prevenire delusioni e aggressioni. Crescono e vivono fuori posto, nomadi, colonizzano i luoghi incolti, senza nessun desiderio di trovare casa. Disegnano il giardino in movimento agli angoli delle strade, fioriscono in uno spazio in divenire. Scelgono i margini  senza mai stare ferme, esercitando una libertà radicale.
Mai sentito nessuno che mi abbia detto "sono un'erbaccia". Un vero peccato.

Un libro da leggere, per pensare aiutati dalle piante:
Pia Pera, Antonio Perazzi, Contro il giardino. Dalla parte delle piante, Ponte alle grazie, 2007

lunedì 4 aprile 2011

talee a Roma

talee 6°tappa, libreria Koob via Luigi Poletti 2, Roma, ore 18,30










A Roma ogni lettore porterà un suo "libro del cuore"  che si sommerà ai libri scelti da Talee

"Storia di come Ivan Ivanovic litigò con Ivan Nikiforovic",  Gogol'
"Il museo della resa incondizionata", Dubravka Ugresic
"Ore in biblioteca e altri saggi", Virginia Woolf