sabato 29 gennaio 2011

diario senza inizio. nota 5. piantare a bologna

A Bologna le Talee sono state messe a dimora.
Talee di terra questa volta, talee nei libri nel modo più letterale possibile.
Scavare, ovunque, scavare nei libri per dare loro nuova vita, attraverso un corpo estraneo che si innesta nella materia. Un esempio, solo un esempio,  di quello che i libri possono diventare supporto, corpo, superficie. Libri non come immagini del mondo ma come piccole macchine di terra e di volumi.
E' ancora il pensiero di Deleuze ad ispirare piantumazioni multiple:
"Un libro non esiste che dal di fuori e al di fuori.
Così poiché un libro è di per sé una piccola macchina, in quale rapporto a sua volta misurabile, si pone questa macchina letteraria con una macchina da guerra, una macchina d'amore, una macchina rivoluzionaria, ecc. e con una macchina astratta che tutte le trascina?"
Le talee nei libri fanno dei libri piccole macchine di terra, anelli aperti, creati per innesto, sfidando le divisioni fra mondo e libro, arte e natura.
Così a Bologna qualcuno si è fermato di fronte a questo fare e ha immaginato mondi possibili, ha pensato quel fare in relazione al proprio fare, altrove, e ha cercato connessioni.
Racconti di altre piante, di altri innesti, di altre storie:
"Sarebbe bello far lavorare i bambini così, con le mani, le piante, i fumetti, sarebbe bello ospitarvi nel nostro giardino, un giardino pubblico, bellissimo, di tutti, a fare talee..."
"Piantare o pianto? Piantare sì, forse, ma non siamo estranei al pianto..."
"Devo parlarvi, sto leggendo un libro bellissimo "Manger les livres..." di un grande psicanalista, un grande uomo, un lottatore..."
Sarebbe bello seguire questi nessi pensati lì per lì, fare multipli, accrescere il proprio territorio, seguendo il divenire delle talee.
"Il molteplice bisogna farlo. Seguire le piante, estendere la linea di fuga. La pioggia dee aver trasportato lontano i semi, segui i rigagnoli della pioggia, quelli che l'acqua ha scavato, così conoscerai la direzione di scorrimento. Cerca allora la pianta che, in quella direzione, si trovi più lontano possibile dalla tua. 
Tutte quelle che crescono fra queste due, ti appartengono".
Propagazioni.

G. Deleuze. Rizoma (1980)


Pisa 29 gennaio 2011

giovedì 20 gennaio 2011

Quinta tappa

Talee sta per arrivare alla Libreria Modo Infoshop, a Bologna.
La performance,  incentrata sul fare  consiste nel mettere a dimora una talea in pagine di terra coinvolgendo partecipanti e librai.
Con  Virginia Galli, Luca Gradella,  voce registrata  Franco Farina, video di Francesca Corchia, testo Sandra Burchi innesto da Rizoma G. Deleuze e Istruzioni per la messa a dimora  di una talea.

mercoledì 19 gennaio 2011

Talee a Bologna

ISTRUZIONI PER LA MESSA A DIMORA DI UNA TALEA IN PAGINE DI TERRA.

Materiale necessario:
un libro, un taglierino, un recipiente di cartone,
del terriccio o della terra comune, semi o piccole piante spontanee, un cucchiaio, un dosatore d’acqua palline di argilla, un trapano.

1)  prendere un libro abbandonato , messo al macero, o venduto a peso. Il libro deve essere voluminoso, di molte pagine, può essere un romanzo, o un dizionario un volume enciclopedico, questo a seconda delle vostre attitudini e delle vostre preferenze.
2)  Sfogliare il libro a piacere e sceglierne un punto , vicino alla metà , convincente per la lettura e per l’ubicazionedella pagina di terra.
3)  Iniziare a tagliare le pagine lasciando un piccolo bordo intorno, il bordo sarà dimensionato in base alla piantumazione. Intendo dire che per piantare un prato di trifogli sarà necessario un’intera pagina mentre per una pianta grassa molto meno-
4)  le pagine tagliate  possono essere  conservate e utilizzate nuovamente per costruirne altro, lo scavo dovrà essere piuttosto profondo, a seconda della pianta scelta.
5)  Terminato lo scavo, l’operazione può richiedere diversi giorni se fatta accuratamente, foderarlo con una pellicola di plastica e effettuare dei buchi da sotto  il libro per evitare il ristagno di acqua.
6)  Riempire lo scavo di terriccio, potete prendere una terra adatta  per la piantumazione di una  talea di pianta grassa, mettere sotto palline di argilla assicurandosi che ci sia un buon drenaggio per non creare marciumi, e usare una terra sabbiosa. La pianta una volta cresciuta dovrà essere trapiantata in un vaso più grande. Ogni pianta ha le sue necessità, queste saranno studiate attentamente prima di essere scelte.
7)  Trovo più interessante e adatto allo scopo della piantumazione in libro piantumare piccole piante che crescono ai bordi delle strade, oppure ghiande trovate nei boschi o cose simili
8)  Una volta messa a dimora la pianta sarà necessario bagnare la terra,

Adesso la piantina nel libro sarà pronta per crescere e le cure da dedicarle saranno quelle che avrete verso le piante sul vostro balcone o davanzale.Ricordatevi che le piante ad un certo punto avranno bisogno di essere invasate altrove e il vostro libro sarà pronto ad ospitare nuove talee o nuove piante da germogliare.

lunedì 17 gennaio 2011

Talee a Bologna

TALEE - Libreria MODO INFOSHOP
27 gennaio ore 19,00
via Mascarella24/b 26/a, Bologna
video Francesca Corchia

lunedì 10 gennaio 2011

"la sindrome dello scavo"

"Ripenso a quella parola, incolto - che non è coltivato. Vedi: sodaglia - che mi era venuta in mente un giorno mentre parlavo con Marguerite. E al rapporto che c'è tra la cultura dei libri e per esempio la coltura dei topinambur. Non perchè non si coltiva un terreno questo non è buono per le patate o altro. Pensiamoci,non è il vangare che rende il suolo migliore,lo prepara soltanto ad accogliere bene le semine. Gli dà aria. Questo mi fa arrivare alla conclusione che non perchè uno è incolto non è coltivabile. Basta imbattersi in un buon ortolano ..."*

Bene,credo che sia così anche con i libri, sono affetta dalla sindrome dello scavo, mi piace scavare, nei dizionari come nella terra. Piantare e guardar crescere un po' ovunque, anche nei libri vecchi messi un tanto al peso, scavo costruisco fondamenta e costruzioni di carta, innesti e talee da propagare.

Il topinambur, detto anche ciapinabò,
tupinabò, taratufolo, trifola, patacca, carciofo di canna, patata del Canada, ecc., è una pianta erbacea spontanea, parente stretta del girasole, dal quale però differisce per avere fiori notevolmente più piccoli e perché forma tuberi sotterranei commestibili, il cui sapore ricorda quello del carciofo.

Il topinambur pare sia originario del Nord America e del Canada, e che fosse coltivato da molte popolazioni dell’America meridionale già al momento della scoperta del Nuovo Mondo (1492). Portato in Europa, si diffuse praticamente ovunque. In Italia cresce spontaneamente lungo i corsi d’acqua, nei campi incolti, lungo i sentieri e le strade di campagna, anche tra le macerie, praticamente ovunque, in posizioni di pieno sole.

La costruzione del piccolo sformato di topinambur che fa Jonathan ai Balenieri è una vera talea che merita di essere coltivata!

*da Una testa selvatica , Marie Sabine Roger, Ponte alle Grazie

mercoledì 5 gennaio 2011