lunedì 29 novembre 2010


"Di sera, l'ultima luce infondo ad ogni strada tremolava. Questa luce era invadente. Avvertiva i dintorni prima che calasse la notte. Le case diventavano più piccole delle persone che ci passavano accanto. I ponti, più piccoli dei tram che ci passavano sopra. E gli alberi, più piccoli dei volti che vi passavano sotto uno alla volta.
C'erano dappertutto una nostalgia e una fretta sconsiderata.I pochi volti per le strade non avevano alcun bordo:quando mi si avvicinano, vedevo in essi un pezzo di nuvola sospesa. E quando mi erano quasi di fronte, rimpicciolivano al passo seguente. Solo le pietre stradali rimanevano grandi. E al posto della nuvola, al secondo passo sulla fronte stavano sospese due bianche pupille.Al terzo passo, poco prima che i volti fossero alle mie spalle, due pupille si riunivano.Mi tenevo ancorata alla fine della strada, là era più chiaro.Le nuvole, nient'altro che ammassi di vestiti appallottolati. Avrei indugiato volentieri, visto che solo nel quadrilatero delle ragazze c'era un letto per me. Avrei aspettato ancora che le ragazze del quadrilatero dormissero. Infatti,in questa luce immobile contava l'andare e io andavo sempre più rapidamente.Le strade laterali non aspettavano la notte. Facevano i loro bagagli".
H. Muller, Il Paese delle Prugne Verdi

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