domenica 3 ottobre 2010

diario senza inizio. nota 2. dritte per un libraio (scherzando, si intende)

"ciao gigi, cosa sappiamo di martin eden?"
questa  è una formula che uso spesso, è la mia accezione di open source. potrei andare su internet, cliccare un po' e avrei le  risposte, ma mi fido di quelli che conosco, so come ragionano, so come la pensano, so perchè mi rispondono in un modo piuttosto che in un altro... allora chiamo e mi invento una prima persona plurale: "cosa sappiamo?" come se qualcosa mi autorizzasse a costruire, o meglio ad attingere, a  una specie di sapere collettivo, comune.  gigi lo sa, credo, è abituato a queste mie domande dal nulla.  sa anche che la pensiamo diversamente su quasi tutto, sa che abbiamo gusti diversi, ma risponde, sempre. io so che lui con me gioca spesso al bastian contrario, che pur di farmi un dispetto dice anche cose che non pensa, ma mi fido, comunque.
"grande romanzo, bellissimo romanzo e grande autore. ma perchè?"
"è il nome di una libreria, ospita  la seconda tappa di talee"
"At the instant he knew, he ceased to know è il finale del libro, se fossi io il libraio  stamperei questa frase sulla carta del negozio..."
forse dovrei dirglielo a david, in fondo è una buona dritta.
la libreria martin eden è un gran bel posto, entrata in salita, spazi grandi, grande silenzio, libri disposti ordinatamente negli scaffali, un angolo per i bambini, poltroncine per i grandi, un invito a prendersi tempo.
"la giallistica mi sta esplodendo, dice david, non so più dove metterla, dovrò fargli altro spazio. e poi la filosofia, non mi aspettavo che avrei avuto tante richieste di libri di filosofia..." la cosa mi incuriosisce e vorrei fare altre domande, ma mi accontento di godermi questo accostamento: gialli e filosofia. mi scopro a chiedermi i nessi, e mi viene in mente che in effetti i filosofi da cui ho imparato qualcosa, in facoltà, erano anche grandi lettori di gialli.
sì, ci sono dei nessi.
lascio la cosa lì e prendo a guardarmi intorno.
la porta posteriore della libreria è una grande porta a vetri, dà su una  strada che sale  e dà, soprattutto, sull'entrata di un negozio di parrucchiera. così prendendosi il tempo di scegliere i libri, prendendosi il gusto di quell'atmosfera da lettura, da martin eden si può sbirciare oltre la finestra e vedere tutto un altro mondo, immaginarsi le chiacchiere, il rumore del phon, il sottofondo di una possibile musica.
e forse dovrei dargli anche questa di dritta, a david, disporre un piccolo angolo di "libri per la parrucchiera", cose piccole, veloci, un piccolo invito alla lettura per chi, pochi metri più in là, va a sistemarsi un po' la testa.